La musica potrebbe essere indispensabile per l'uomo


Charles Darwin diceva che "La musica è tra i doni più misteriosi di cui sono dotati gli esseri umani." In effetti, la musica è in grado di emozionarci, ispirare sentimenti e la scienza ha più volte cercato di spiegare diversi comportamenti, come ad esempio perché ascoltiamo musica triste o com'è fatto il cervello di un musicista, ma sta ora tentando di dipanare il mistero darwiniano. 

Un recente studio del dell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts, infatti, ha notato che come vi sono alcune aree del cervello dedicate al linguaggio possano esistere anche un gruppo di neuroni nella corteccia celebrale uditiva dedicato esclusivamente agli stimoli musicali.

Lo studio è ancora ad uno stadio iniziale ma parrebbe che l'uomo abbia sviluppato una capacità di rispondere al ritmo e alle melodie autonoma rispetto agli altri suoni. Fino a poco tempo fa la teoria più accreditata era che il saper riconoscere la musica fosse solo un'altra funzione della capacità umana di decifrare sistemi di suoni complessi come il linguaggio.

I ricercatori hanno effettuato lo studio su un campione di 10 adulti a cui sono stati fatti ascoltare 165 suoni di diversa natura come rumori d'ambiente, della natura, discorsi, clacson e qualunque altro tipo di suono si possa incontrare in una giornata-tipo. Ciò che è emerso è che questi neuroni rispondono selettivamente e unicamente agli stimoli di tipo musicale. 

Il prossimo passo dello studio sarà capire se questi "neuroni musicali" siano presenti sin dalla nascita o se invece si sviluppino durante l'infanzia, per cui probabilmente le ricerche saranno aperte anche a bambini di diverse età e ai musicisti, per capire se lo sviluppo sia più o meno spiccato in chi sa suonare. 

Se si dovesse scoprire che quest'area del cervello è funzionante sin dalla nascita, sarebbe la prova che la musica è indispensabile nella vita dell'uomo per natura.

Devo - S.I.B. (Swelling itching brain): brano tratto dal secondo album del 1979, Duty Now For The Future. Il disco è stato prodotto da Ken Scott che, come Brian Eno che aveva prodotto il primo disco, aveva già collaborato con David Bowie in The Rise And The Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars e in Aladin Sane.


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